Difendiamo la nostra terra, la Pachamama, che vogliamo mantenere fertile.
Per questo non vogliamo usare fertilizzanti chimici:
difendiamo il nostro lavoro e i frutti che ci dà.
Non vogliamo dipendere totalmente dal caffè: non ne pianteremo altro,
ma miglioreremo le piantagioni esistenti
e semineremo più mais, fagioli, verdure e alberi da frutto.
FONTE: da un comunicato di UCIRI,
(Unión de las Comunidades Indigenas de la Región del Istmo de México)
In periodi di stabilità economica solo il petrolio muove, sui mercati internazionali, più denaro del caffè. È una strana merce, quest'ultima: il volume della sua commercializzazione è calcolato intorno ai 10 miliardi di dollari; impiega, poi, circa 25 milioni di persone del Sud del Mondo, ma il suo consumo avviene, per lo più, nei paesi ricchi...
Una valida alternativa allo squilibrio generato dall'attuale sistema internazionale degli scambi è rappresentato dal Commercio Equo e Solidale e dalle sue diverse varietà di caffè (uno dei tanti volti della biodiversità): attraverso relazioni commerciali paritarie, stabili e durature, garantisce una migliore qualità della vita e redditi dignitosi ai produttori, non costretti, così, a vendere la propria merce agli intermediari locali.
Allora entra in una delle Botteghe della Cooperativa Garabombo e vieni a scoprire i racconti del caffè equosolidale!!
Leggi gli approfondimenti: Dal chicco alla tazzina e Il progetto Tatawelo